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Edith Stein – Storia della grande studiosa di fenomenologia ed empatia – Il ritorno all’oggettivismo nel rapporto tra soggetto e oggetto – II parte

 

Le vicende umane di Edith Stein, questa figura straordinaria di giovane studiosa, continuano nella sua profonda riflessione che è parallela a quella del suo maestro Edmund Husserl. Il quale, così come per i suoi discepoli, comprende la filosofia quale svolta verso il concreto, cioè un “Ritorno all’oggettivismo o meglio al rapporto tra soggetto e oggetto in relazione”. Infatti, per Husserl, la fenomenologia è un approccio alla filosofia che assegna primaria rilevanza, in ambito gnoseologico, all’esperienza intuitiva, la quale guarda ai fenomeni, che si presentano a noi in un riflesso fenomenologico, ovvero da sempre indissolubilmente associati al nostro punto di vista, come punti di partenza e prove per estrarre da esso le caratteristiche essenziali delle esperienze e l’essenza di ciò che sperimentiamo. Con un termine mutuato dallo scetticismo antico Husserl parla di epochè, che letteralmente significa “sospensione del giudizio”, e consiste nel mettere tra parentesi l’atteggiamento naturale e tutto quel che ne comporta, ad esempio: l’assunzione dell’essenza del mondo o la distinzione di soggetto e oggetto quali dati ovvi. Dunque, la fenomenologia, come scienza a priori, teorizzando la messa tra parentesi (epochè) dei presupposti del senso comune (l’esistenza di una realtà esterna al soggetto, le caratteristiche psicologiche del soggetto stesso), al fine di raggiungere una condizione di contemplazione disinteressata che permette di cogliere l’essenza stessa dei fenomeni. Essa però non ha un compito meramente distruttivo delle credenze o dei pregiudizi diffusi e, in questo senso, non coincide col dubbio scettico. Infatti, la sua finalità è costruttiva ed è correlata all’assunzione di un atteggiamento fenomenologico che permette di raggiunge la consapevolezza per cui si può affermare che la conoscenza di questi dati, apparentemente ovvi all’atteggiamento naturale, sono affermabili solo in riferimento alla soggettività. Husserl riprende, inoltre, il concetto di Io trascendentale (idealismo) ed afferma che ogni esistente è relativo alla soggettività trascendentale.

L’esistenza del mondo sensibile, quindi, non è del tutto evidente, ed è dato dubitarne; ma poiché il mondo ci appare, c’è dunque una coscienza a cui appare, la quale è la sola indubitabile e nella quale oggetto e soggetto coincidono.

La fenomenologia condusse, senza che lui ne avesse l’intenzione, molti dei suoi studenti e studentesse alla fede cristiana. Così come accadde per Max Scheler e che Edith incontrò a Gottinga, e che richiamò in lei la sua attenzione sul cattolicesimo. Nel gennaio del 1915 superò con lode l’esame di stato. Non iniziò però il periodo di formazione professionale, colpa dell’imminente guerra. Si mise a frequentare un corso d’infermiera e andò a lavorare in un ospedale militare austriaco. Per lei furono tempi molto difficili. Alla chiusura dell’ospedale militare, nel 1916, va con Husserl a Friburgo nella Brisgovia, dove consegue nel 1917 la laurea “summa cum laude” con una tesi “Sul problema dell’empatia”.

Continua…

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