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La storia di Ninni Di Leo: una vita vissuta tra l’ordinario e lo straordinario

 

Tra i tanti testimoni della fede del nostro tempo e delle loro storie  di vite “ordinarie” nella “straordinarietà” del loro vissuto, mi sembra importante raccontare la storia di Ninni Di Leo, un ragazzo di Palermo morto a 16 anni. Ninni era nato in questa bellissima città siciliana il 4 aprile del 1957, primo di tre fratelli. La sua era una famiglia tranquilla fino a quando la morte del padre ha cambiato gli equilibri della loro serenità. Quando è successo Ninni era poco più che un bambino, ma essendo il primogenito decide da subito di essere il perno per la mamma e i fratellini. A dodici anni inizia a frequentare l’Oratorio Salesiano del Ranchibile a Palermo, e si avvicina al carisma di don Bosco. E lì scopre la preghiera, soprattutto la preghiera comunitaria, di cui ne riferisce la grandezza citando spesso il vangelo di Matteo (18, 15-20), dove Gesù dice: “Dove due o più persone sono unite nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Sempre in Oratorio comprende l’importanza della puntualità alla Messa della Domenica, e sente il desiderio di ricevere spesso la Comunione, questo nella consapevolezza dell’importanza dell’incontro con Gesù Eucarestia. Ma Ninni era anche un bambino che amava divertirsi con gli amici e amava moltissimo la musica e ballare. Era cresciuto tra gli anni ’60 e ’70 e lo appassionava ascoltare la musica del suo tempo. E poi amava seguire il calcio e la sua Inter, di cui era tifosissimo! Inoltre era appassionato di calcio balilla e di pallacanestro, era alto 1, 82 (mt). Amava leggere e andare a scuola, frequentava l’Istituto per Geometri. Era un ragazzo altruista per natura, sempre pronto a sostenere gli altri prima che se stesso. E amava andare in Oratorio e leggere le vite dei santi, soprattutto San Giovanni Bosco e San Domenico Savio, di quest’ultimo era particolarmente attratto.

Purtroppo però la sua vita cambia radicalmente nel luglio del 1973, quando dei violenti mal di testa con vomito lo obbligano ad andare in ospedale, dove gli viene diagnosticata la leucemia. Inizia le prime cure al Policlinico, lì conquista tutti con la sua voglia di vivere, tanto da diventare il beniamino del reparto di Medicina, ma presto si capisce che le cure fatte a Palermo non lo aiutano, quindi decide di partire con la mamma alla volta di Parigi, in un centro specializzato per la cura delle Leucemie. Lì incontra molti giovani affetti dalla sua stessa malattia e, col suo francese stentato, riesce ad instaurare rapporti di confronto e svago. La preghiera lo rafforza assieme alle medicine. Inizia a pregare nei luoghi frequentati dai molti atei che incontra. Continua le sue letture su San Domenico Savio. Passa da una terapia all’altra, fino a giungere a una medicina dolorosa: la camera sterile, che lo costringe a rimanere isolato da tutto e da tutti per giorni. Ma dopo molti tentativi la malattia non regredisce, quindi Ninni e la mamma lasciano Parigi e tornano a Palermo dove il ragazzo riprende la sua vita, in una desiderosa voglia di normalità. Purtroppo però questo sogno si infrange il 23 gennaio 1974, giorno in cui Ninni vola in cielo, dopo solo sei mesi di grandi sofferenze e cure vane.

Credo che per comprendere bene Ninni, sia importante concludere queste poche righe sulla sua vita ricordando uno scambio verbale che ebbe col primario di Parigi, il quale un giorno vedendolo così sofferente gli disse: “Sfogati, dì le parolacce! Possibile che non ti ribelli mai? Che cosa hai fatto tu a Dio?”. E Ninni: “Ma cosa c’entra Dio? Il Signore non ha forse sofferto tanto per noi? E poi a dire le parolacce non c’è alcun piacere, uscirebbero sterilizzate dalla camera sterile”. Ecco questo era Ninni…

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