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Ricerca antropologica VIII – I MOXOS la laguna di Isideri e i bambini – Parte II

 

Proseguendo con i racconti dei bambini moxeni e grazie alla loro spiccata fantasia, figlia ancestrale di un mondo magico mai completamente scomparso, grazie al cielo! Volgiamo dare voce alle storie e ai sogni di Joselin Rivero Salum (ottava classe), il quale vede nel lago Isireri un luogo pieno di magie e nel Jichi un vero spirito tutelare. Racconta di un gruppo di donne che, dirette verso la laguna per lavare i panni, videro un giorno uno strano animale venir loro incontro. Si spaventarono ma quando l’animale fu vicino scomparve. Arrivate al lago, cominciarono a lavare i panni ma subito videro nell’acqua qualcosa di fantastico: un verde prato e, sopra, un castello illuminato. Allora le donne atterrite invocarono Isireri, el Jichi della laguna, e la visione scomparve.

Ora, l’immaginazione poetica e l’evocazione del proprio passato sono una caratteristica del popolo moxeno. È una specie di imprinting della tradizione culturale che vale anche per la musica. La stessa fantasia e quello stesso spirito creativo dei bambini delle scuole, li ritroviamo sorprendentemente negli allievi della Escuela de Musica de San Ignacio de Moxos, allorché si trovano di fronte a un brano inedito di musica nativa. Essi lo eseguono con la testa e il cuore degli indios di Moxos, a cui sentono di appartenere. Si riporta come esempio quanto già citato sopra, al paragrafo B (“Ricerca sul campo”) del presente rapporto: il versetto melodico eseguito da un musico empirico dalla foresta del TIPNIS, viene ripreso e ripetuto più volte dal giovane flautista o violinista o violoncellista della Escuela, che prima lo padroneggia tecnicamente, poi cerca di coglierne il significato profondo e di interiorizzarlo per riprodurlo con lo stesso spirito dei suoi avi al tempo delle riduzioni.

Continua…

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