società

Ricerca antropologica XIV – I MOXOS e la visione boliviana


 

L’analisi critica del gruppo deve essere raccontata da un punto di vista autoctono, ecco la visione boliviana.

Le analisi critiche del periodo riduzionista fatte esclusivamente da studiosi europei, mettono l’accento su aspetti prevalentemente socio-politici ed economici di norma estesi a tutte le riduzioni. Ma in realtà non è così. Tali considerazioni fanno riferimento quasi sempre alle riduzioni di Paraguay, Argentina, Brasile, dove protagonisti erano gli indios Guaranì. Per quanto concerne Moxos, le valutazioni degli studiosi boliviani evidenziano differenze da quelle europee. Esse partono da un’altra prospettiva: quella culturale. Per i Moxeños è più importante la ricerca della propria identità e della propria cultura, compresa quella acquisita con gli europei. Essi non rifiutano l’aspetto storico-sociale della loro “servitù volontaria”, che noi vediamo in senso negativo. Anzi, affermano che gli indios stavano bene con i gesuiti e male con i coloni, che per natura non erano guerrieri, ma inclini a una concezione armoniosa della vita, dove regole, creatività e immaginazione stanno insieme. La “musica missional o meticcia”, che comprende elementi di musica barocca e nativa, esprime perfettamente questa visione del mondo moxeño. All’inizio gli indigeni di Moxos non si fidavano dei gesuiti, ma col tempo questo atteggiamento divenne sempre meno sospettoso. Se i missionari erano della stessa razza dei conquistatori, a differenza di questi si presentavano disarmati e pacifici. Il loro comportamento infondeva fiducia: curavano i malati, coltivavano nuove piante alimentari e soprattutto portavano con sé strumenti musicali, il cui suono spegneva ogni istinto di ribellione, suscitava allegria e stimolava sentimenti di concordia e amicizia. Era un suono che stregava.

Ma anche sul piano religioso e politico le riduzioni sono viste dai boliviani in una prospettiva diversa da quella degli europei. Ad esempio, i moxeños riconoscono che grazie alle riduzioni è stato possibile recuperare quell’identità etnica a cui tengono tanto. Ma sollevano qualche dubbio sulle reali intenzioni dei missionari. L’approccio dei gesuiti nei confronti degli indios aveva senz’altro un fine evangelizzatore, ma quale fu il senso reale del loro messaggio? Liberarono i moxenos dal peccato? Gli indios non sapevano neppure cosa fosse il peccato. Al più pensavano di aver offeso in qualche modo gli spiriti della foresta quando la comunità era colpita da una siccità o un’inondazione. Come già visto, per espiare la colpa digiunavano e si raccoglievano in preghiera. Il senso di colpa era terreno fertile per la conversione.

Continua…

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