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Ricerca antropologica XVI – I MOXOS e la musica – Parte II

 

Questa è l’ultima riflessione, ad oggi, incentrata sulla ricerca sui Moxos e la loro musica. Era d’obbligo inserire una breve visione “finale”, ma evidentemente è giusto dire “forse” finale, sui Moxos. Per poi presentare una introduzione al brano che è la genesi di ogni spettacolo del gruppo quando parte per le loro tournée. (Il prossimo Aprile 2018 vedrà l’arrivo dei Moxos in Italia, per l’ennesima volta)

“Kyrie de la Misa de Angelis” è un caso esemplare di musica meticcia o barocco missionale, trattandosi di un Kyrie del XVII secolo, trasformato poi in una configurazione musicale tradizionale con l’inserimento di strumenti e forme interpretative locali.

Questo brano e il gruppo precedente sono l’espressione di alcune musiche delle processioni e delle feste patronali di San Ignacio de Moxos, riconosciute recentemente dall’UNESCO come “Patrimonio immateriale dell’umanità”.

Il verso di Navidad (I e II) è il brano alla cui scoperta ha contribuito ENGIM, testimone dei vari passaggi della ricerca: dalla forma monodica “grezza” suonata da un musico della foresta (registrata e riportata su un pentagramma dalla maestra Raquel Maldonado), alla trasformazione in un grandioso brano orchestrale fatta dalla Maestra Maldonado insieme ai suoi giovani musicisti dell’Ensemble Moxos. Il brano, se non è lo stesso eseguito al tempo delle missioni gesuitiche, ricalca senza dubbio lo spirito rituale di allora.

Come abbiamo già detto in precedenza nella breve ricerca di questo gruppo boliviano, ribadiamo che gli Ensemble Moxos provengono da San Ignacio de Moxos, un piccolo villaggio dell’Amazzonia boliviana, circondato da foreste, pampas, fiumi e lagune. È in questo contesto che nel diciassettesimo secolo arrivò la Compagnia di Gesù con l’obiettivo di evangelizzare i nativi di questa zona.

La presenza dei gesuiti nel territorio fu breve, in molti casi durò meno di un secolo a causa dell’espulsione voluta dalla corona spagnola nel 1767. Tuttavia essi lasciarono nella nostra cultura e spiritualità un’impronta che è rimasta fino ad oggi.

Eredi di questo incontro fra i due mondi, ed eredi di un popolo vincolato alle sue tradizioni, alla sua lingua, alla sua religione, alla sua musica. Con la musica presentata dai Moxos è possibile viaggiare nel tempo e nello spazio fino a quell’epoca lontana, quando i missionari gesuiti stregarono con la loro musica gli indigeni dell’Amazzonia boliviana. Dietro ai 17 giovani musicisti c’è un progetto sociale senza precedenti, portato avanti dalla Scuola di Musica di San Ignacio de Moxos. Grazie a questo progetto, che accoglie 200 bambini e ragazzi, in maggioranza poveri e di origine indigena, viene data una educazione musicale completamente gratuita. La scuola non solo offre una opportunità di lavoro professionale, ma permette anche di conoscere la storia e di valorizzare la memoria del popolo moxeño, dimenticato, sottostimato e oppresso da secoli. Tutto ciò è possibile grazie al lavoro dell’Ensemble Moxos, composto da alunni e professori della scuola, che con le sue tournée e la vendita dei suoi dischi sostiene economicamente questo progetto. In questa occasione è stato realizzato il quinto disco dei Moxos, intitolato “La cosecha”, cioè la raccolta dei nostri frutti, un lavoro che celebra i venti anni come scuola e dieci anni come Ensemble.

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