Da una vecchia intervista degli anni ottanta, è stato proprio Giovanni Lindo Ferretti a raccontarsi, dicendo di sé alla fine di un concerto dei CCCP: “Io ad ogni modo sono religiosissimo, oltre ad essere iscritto al PCI e a fare il cantante dei CCCP. Se m’aspetto che qualcuno mi dica qualcosa me l’aspetto da un uomo di religione, non me l’aspetto da un altro. Gli altri – c’ho già pensato – non hanno niente da dirmi”. E più recentemente, in un’intervista ha dichiarato: “Dopo aver cercato il senso in mille modi senza trovarlo l’ho trovato tornando a casa. Al mio mondo di quando ero bimbo: i monti, il rosario […] – E chi è oggi Giovanni Lindo Ferretti? – Nel Te Deum può scoprirlo. Sono uno che iniziò a curiosare tra i libri dell’allora cardinal Ratzinger per capire perché molti ne parlassero male. E ora che sono tornato a casa, Benedetto XVI è il mio maestro”.
Scrivere per Giovanni Lindo è come una poesia. Per questo è necessario ascoltare la sua musica e leggere il suo cuore. E per questo ho deciso di inserire poche righe di un suo bellissimo articolo che non ha bisogno di spiegazioni ma solo di essere letto e sedimentato.
Le sue parole arricchiscono qualunque animo in cammino, in ricerca, chiunque abbia voglia di Verità e non ha paura di affrontare il proprio mondo interiore. Lindo è un uomo che con silenziosa grazia accogliente si racconta, trasmettendo se stesso con armoniosa sincerità. Non puoi non amarlo. Non puoi non domandarti che cosa pensa, che sogna sogna, che cosa spera. Un intellettuale atipico, schivo quanto basta, ma sempre pronto a condividere il suo essere con gli altri, che siano fan incalliti della prima ora o solamente dei curiosi e/o assetati di intensità artistica e spirituale.
Continua…