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Turismo Italia. Proposte e progetti per le elezioni politiche

In vista delle prossime elezioni politiche del 4 marzo, si è tenuto a Roma l’evento Turismo Italia. Proposte e progetti per le elezioni politiche” durante il quale sono stati presentati il Manifesto sul Turismo di Federturismo Confindustria ed i programmi politici per il Turismo dei maggiori partiti italiani.

Nella splendida cornice di Piazza Capranica, sede del Senato della Repubblica, si è svolto l’incontro “Turismo Italia, proposte e progetti per le lezioni politiche”, promosso e organizzato da Federturismo Confindustria in collaborazione con l’Osservatorio Parlamentare per il Turismo, che ha visto la partecipazione dei responsabili al turismo dei principali partiti che concorrono alle prossime elezioni politiche.

Ad aprire l’evento, Ignazio Abrignani, presidente dell’Osservatorio Parlamentare per il Turismo, che dopo i ringraziamenti di rito ha passato il testimone alla giornalista Daniela Vergara, chiamata a moderare.

Primo ad intervenire, Gianfranco Battisti, presidente di Federturismo Confindustria, che ha esposto strategie e proposte per la crescita del settore turistico italiano: un ricco programma di ben diciassette (s)punti, che Federturismo ha lanciato alla politica, auspicando un proficuo dialogo e soprattutto una concreta risposta da parte di chi governerà.

I programmi presentati dai rappresentanti politici avvicendatisi, hanno provato che nel complesso la proposta di Federturismo è stata già accolta, e ciò grazie a più di un punto condiviso. Il quadro dell’attuale condizione del Turismo italiano venuto fuori dalle varie analisi, non è però dei migliori: è stata infatti generalmente riconosciuta la mancanza di attenzione per il settore e il misconoscimento del suo “statuto” industriale.

Di fronte allo status quo, ecco allora la sentita necessità della creazione di un Ministero autonomo per il Turismo, e la modifica del titolo V della Costituzione, con il tema della digitalizzazione del settore quale altro leitmotiv dell’evento. L’Italia risulta uno dei Paesi meno avanzati in fatto di tecnologie digitali, non solo quelle adibite al turismo: da ciò l’auspicio generale di ottenere maggiori investimenti per l’acquisizione di tecnologie digitali, per stare al passo con l’Europa e per il rinnovamento delle infrastrutture; questi progressi sono possibili soltanto, al momento – così è stato evidenziato – dietro reinvestimento della larga parte dei proventi della tassa di soggiorno, ed evitando la cattiva pratica del suo utilizzo a fini di risanamento del bilancio pubblico: questione che ha sottratto risorse preziosissime all’industria turistica già asfissiata dalla forte pressione fiscale.

Altro tema, la tassazione imposta alle strutture alberghiere: riduzione dell’IVA, adeguamento della TARI all’effettiva quantità di rifiuti prodotti, agevolazione dell’imprenditoria e del lavoro giovanile nel settore turistico tramite detassazione. A proposito di impiego dei giovani nel settore turistico, quasi tutti i partiti sono stati concordi nel rivendicare il bisogno di un rinnovo della formazione giovanile negli istituti alberghieri per adeguare l’istruzione alle nuove competenze richieste dal mercato in rapida evoluzione.

Ci sarebbero poi buone notizie per il Mezzogiorno. I flussi di in-coming tendono a confluire su poche mete abituali (Milano, Roma, Firenze, Venezia), trascurandone altre, e la politica è abbastanza concorde nella volontà di promuovere la destagionalizzazione e il decongestionamento, o meglio, una migliore gestione dei flussi turistici dirottati su lidi meno sconosciuti ma altrettanto meritevoli, valorizzando e promuovendo l’intero territorio italiano con le sue specificità.

La promozione del Bel paese all’estero è affidata com’è noto all’ENIT, ma con un malcontento politico generalizzato… e con l’evidenza di dover presto e necessariamente procedere ad una sua radicale ristrutturazione. Problemi analizzati e soluzioni offerte dalle varie parti politiche, hanno comunque evidenziato una “similarità” difficilmente riscontrata altre volte. Non resta, allora, che attendere le prossime elezioni, con l’auspicio che queste proposte si concretizzino; che il turismo venga riconosciuto come una delle industrie portanti dell’economia italiana; e che l’unicità dell’Italia venga valorizzata al meglio, magari con uno sguardo in più verso i giovani, i migliori nuovi esploratori della grande meraviglia  italiana.

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