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Luis e Zelie Martin: i genitori di Teresa di Lisieux – L’impegno verso i poveri come dovere naturale da insegnare alle figlie – II parte

 

Il racconto della vita della famiglia Martin prosegue. Luis e Zelia sono una coppia felice e solida. La loro è una famiglia agiata. Vivono tutti insieme, felici. Anche se saranno solo diciassette gli anni di matrimonio vissuti solidamente. La vita chiederà troppo presto un prezzo alto da pagare. I figli e la bottega, che nel frattempo è diventata una piccola impresa, li assorbe completamente. “Quando abbiamo avuto i nostri figlioli – scrive Zelia nel 1877, – le nostre idee sono un po’ cambiate: non vivevamo più che per loro, questa era la nostra felicità. Insomma tutto ci riusciva facilissimo, il mondo non ci era più di peso”. Purtroppo però, pochi tempo dopo questo suo scritto, precisamente il 28 agosto 1877, Zelie muore, per un cancro al seno. È importante capire che il suo: “ci riusciva facilissimo” non significa che la loro vita fosse facile, tutt’altro, le difficoltà che incontrarono furono molte, ma lei parlava della “certezza” che quelle circostanze facevano parte di un disegno d’Amore di Dio. E l’amore tra Luigi e Zelia sembra proprio consistere nell’aiuto a scoprire questa positività. Il loro modo di affrontare il dolore e le difficoltà è di sicuro uno degli aspetti che rende questa coppia “vecchia” di 150 anni, modernissima. Questo perché avevano una cura notevole all’educazione dei figli. Il punto centrale di tale educazione era fare attenzione a come veniva formato il loro animo. Come si deduce dalla dichiarazione delle figlie al processo di beatificazione di Teresa: “La nostra mamma vigilava con grande attenzione alle sue bambine e la più piccola mancanza non era lasciata senza rimprovero. Era un’educazione buona e affettuosa, ma oculata e accurata”. “Se avessi lavoro tre volte di meno – scrive Zelia alla cognata – ne avrei ancora abbastanza per non stare spesso senza far niente… un lavoro così dolce occuparsi dei propri figlioletti! Se non avessi da fare che quello, mi sembra che sarei la più felice delle donne. Ma bisogna bene che il loro padre e io lavoriamo per procurare loro una dote”. È evidente che con la morte di Zelie, la casa in Normandia è stretta, per questo Louis si trasferisce a Lisieux, più a Nord verso il mare. I cognati lo aiutano a tirar su le bambine. La casa in via dei Buissonnets è una bella villa. Teresa chiama il padre «il mio re», ama trascorrere il suo tempo con li, è felice quando la porta a pescare con lui. Le loro giornate iniziano presto, alle 5,30 della mattina, pronti per la Messa delle sei, «la sola», diceva Luis, «a cui possono assistere le donne di servizio e gli operai e dunque siamo in compagnia dei poveri». È questo Vangelo che insegna alle figlie, cose semplici e sorprendenti. E quando anche Teresina gli chiede di entrare in convento, ma la rifiutano perché troppo giovane, l’accompagna a Roma e la asseconda quando, coraggiosamente, chiede il permesso al Papa, che glielo concede. Presto però, sopraggiunge anche la morta di Louis, che affetto da arteriosclerosi e da paralisi, si spegnerà a Saint Sèbastien de Morsent, a La Musse, il 29 luglio 1894. Possiamo affermare con chiarezza che il dono lasciato dai coniugi Martin alla Chiesa è la testimonianza della fede. Per Teresa averli avuto è una grazia immensa che l’hanno resa quella che era e per questo ella ringraziava il Dio di aver avuto “genitori degni più del Cielo che della Terra”.

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