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Raccontare il territorio del Rio Napo e l’impegno dei Padri Giuseppini del Murialdo (Puerto Murialdo) II Parte

(San Leonardo Murialdo)

 

Addentrandosi sempre più nel territorio del Rio Napo in Ecuador ci si imbatte in Puerto Murialdo, il centro nevralgico del territorio in questione, porto che prende il nome dal fondatore della congregazione dei Giuseppini e della missione annessa. Con i suoi 13.000 abitanti sparsi nel capoluogo ed in 67 villaggi, la parrocchia di Puerto Murialdo (località nata evidentemente intorno alla missione dei Giuseppini del Murialdo) è la più lontana dal capoluogo di provincia e dal Vicariato. Distante da TENA 120 km, il territorio di Puerto Murialdo si contraddistingue per avere un clima molto caldo ed umido. La zona è attraversata da centinaia di corsi d’acqua e i collegamenti tra il centro principale ed i villaggi sono prevalentemente via strade sterrate, sentieri e soprattutto via fiume per mezzo di Canoe che trasportano persone e merci da un capo all’altro della zona. La Canoa raggiunge comunità altrimenti inaccessibili o raggiungibili dopo estenuanti ore a piedi o in fuoristrada.
L’isolamento del contesto, favorisce non poco le problematiche elencate sopra, rendendo questa zona del vicariato la più esposta alle problematiche giovanili di abbandono scolastico, tossicodipendenze, alcolismo etc…

I missionari operano sul territorio sviluppando, oltre alle normali attività catechetiche, azioni sociali fondamentali per il territorio, e accompagnano le comunità nella quotidiana fatica del vivere. Seguono inoltre le nostre scuole sparse nella zona, che accolgono oltre 700 allievi. Per svolgere il loro servizio, anch’essi si spostano prevalentemente in canoa o a piedi, evitando così lunghe e costose trasferte in fuoristrada…

 

 

Neo fondamentale del territorio sono le piene del fiume. Quando questo avviene, cioè molto spesso, la canoa a motore a disposizione della missione, viene portata via dalla piena del Fiume, come è accaduto in questo ultimo periodo, per l’ennesima volta. Questo perchè la forza del fiume in tempesta spezza gli ormeggi trascinando via il natante che, come altre canoe ormeggiate in acqua, non regge la forza della corrente. E quando questo avviene e per la missione e per i villaggi connessi è u vero disagio. Spesso è necessario sostener raccolte fondi per il territorio e per la missione per poter ricomperare la canoa e sperare che regga all’impatto violento della natura. Quando capitano questi eventi, i missionari si appoggiano a natanti di privati cittadini ma con tempi di utilizzo molto ridotti e condizionati dalla proprietà e in alcuni casi con dispendio economico rilevante. Ma questa è una delle difficoltà delle missioni, ancora oggi.

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