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Giovanni Lindo Ferretti – il ritorno a casa nella piena consapevolezza della sua storia – V parte

 

Gli eventi vissuti da Giovanni Lindo Ferretti in Vaticano, il suo incontro col Santo Padre, il confronto, la gioia, la felicità di un uomo colto e decise, allo stesso tempo semplice e complesso, lo riportano a riflettere su quell’incontro con Benedetto XVI, donandogli una sempre maggiore consapevolezza. Infatti, Lindo afferma: “Basta rileggere i giornali dopo il discorso di Ratisbona, accorato e lucido appello a quella che fu la civiltà della cristianità, o tornare alla vicenda della Sapienza, alla glaciale solitudine in cui è stato relegato, per trovare lo stesso livore, la stessa arroganza, da campi opposti che la miseria umana non concede sconti d’appartenenza politico teologica.

Il Santo Padre Francesco è un dono di Dio agli uomini di questi giorni nostri, va ascoltato con mente limpida e cuore puro, almeno per quel che si può e già basterebbe. Se no si è: protestanti, evangelici, riformati, controriformati, sedevacantisti, ortodossi no che è un altro discorso, magari moralmente ineccepibili e persino intellettualmente molto dotati, ma non cattolici”.

La domanda che anela l’animo di Lindo si sofferma su uno dei temi caldi della teologia di tutti i tempi, che ci sia o meno la salvezza fuori dalla Chiesa è una tematica complessa che possiamo rimandare all’incontro per eccellenza, quello personale di ognuno di noi con Dio ma è sbagliato pensare che ci sia: “salvezza nella Chiesa contro il Papa” è assurdo e un vero e proprio paradosso clericale. “Quanta tristezza, quanta malinconia” per dirla con una canzonetta tipica degli anni d’infanzia di Lindo. E “Quanta meraviglia anche nell’attesa di tornar per sempre a casa mia. Molte le cose da fare nel frattempo”.

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